Pare che il termine religione derivi dal latino religare, che significa unire, legare. A dispetto di questo, le religioni sono sempre state e sono tuttora causa e pretesto per contese più o meno aspre, portando gli uomini a dividersi anziché unirsi.
Le religioni che conosciamo oggi sono nate quasi tutte durante l’imposizione del modello patriarcale di civiltà, ne hanno assorbito perciò le principali caratteristiche:
• l’imposizione del proprio modo di vedere su quello altrui
• la riduzione del pensiero femminile e dei valori che lo caratterizzano – condivisione, ascolto, scambio – in un ruolo subordinato
• demonizzazione del corpo femminile, accusato di provocare il desiderio maschile, e dei suoi cicli naturali.
• demonizzazione del naturale desiderio sessuale, nel tentativo di scoraggiare la promiscuità e mantenere il controllo sulla successione patrilineare
• L’attenzione ossessiva alla linea paterna e alla fedeltà della donna, per impedire che questa linea venga contaminata.
• Esclusione della donna dal sacerdozio e dalla pratica religiosa attiva
Sono convinto che al mondo manchino religioni realmente moderne. Quelle attuali tendono a rimanere legate a testi e concetti di centinaia o migliaia di anni fa, tempi in cui le condizioni erano ben diverse.
Citando Schopenhauer, le religioni sono come le lucciole, per splendere hanno bisogno delle tenebre; non c’è nulla di più vero riguardo alla maggioranza delle religioni attuali.
Se foste allevatori/contadini di seimila anni fa, non sapreste neppure quanto sia grande la Terra sulla quale vivete, non ne conoscereste la forma, probabilmente non avreste nemmeno coscienza che possa esistere uno spazio al di fuori di quello su cui vi trovate. Trovandovi in tali condizioni vi si potrebbe fare credere anche la cosa più illogica e indimostrabile, approfittando della vostra scarsa conoscenza.
Nel frattempo però abbiamo imparato che viviamo su di una enorme palla, che gira vorticosamente attorno ad un’altra palla che è il nostro Sole, il quale, in un braccio esterno della nostra galassia, gira attorno al centro di quest’ultima assieme ad almeno altri duecento miliardi di stelle; e la galassia nella quale ci troviamo non è che una fra cento miliardi di galassie che si stimano esistere nell’universo.
Una volta ammesso che esista - e so bene che è comunque un’ipotesi non dimostrabile, un postulato - come possiamo pensare che il creatore di questa immensità sia venuto qui su questo minuscolo puntino che è la Terra per dirci cose triviali e inspiegabili: di questo animale puoi cibartene, di quest’altro no ( - ma perché? – Perché è immondo – ma se l’hai creato tu…) ; non farti le seghe; non bere vino; non toccare una donna mestruata, è immonda (ma sei tu che l’hai creata con le mestruazioni – e Lui : si, ma ora non mi piace più, ho cambiato idea).
Ha fatto il giro di tutti i pianeti, dando ad ognuno istruzioni diverse? Che faticaccia poi ricordarsele tutte. E perché avrebbe detto cose diverse a diversi popoli sulla Terra, creando incomprensioni e rischiando di non essere seguito da tutti?
Mi sembrerebbe di sminuire la grandezza di questa Entità, immaginandolo a perdersi in dettagli per lui insignificanti ma per noi vitali come l’alimentazione, la sessualità, l’espulsione di scorie.
Cosa dire poi del Paradiso: ce n’è uno globale, per tutti i miliardi di miliardi di pianeti in cui c’è vita, oppure ognuno ha il suo?
A tutte – o quasi - le principali religioni manca una visione globale dell’universo, aperta ad altri mondi e altre vite, e rimangono congelate a migliaia di anni fa, confinate su questo pianeta, come se fosse l’unica cosa che esista nell’universo.